Il primo novembre è appena passato e di sicuro ci siamo trovati almeno una volta attorno ad un tavolo con la nostra famiglia e un bel centro tavola fatto di castagne da sbucciare, mangiare e magari accompagnare ad un bicchiere di vino nuovo.
E poi… una volta tornati a casa ci siamo chiesti: “Ma ne avrò mangiate troppe?”, “In fondo, che cos’è una castagna?”.
Eccomi qui a rispondervi.
La castagna è il frutto del castagno, da non confondere con il seme dell’ippocastano, quello che conosciamo come “castagna matta” e di cui ci riempivamo le tasche dei grembiuli i primi giorni di scuola perché, si diceva, tenesse lontani i mali di stagione. Questa cosa della castagna matta non ve la so spiegare ma di sicuro vi so spiegare perché la castagna è un ottimo alleato ed un fantastico integratore in questo periodo dell’anno. Cerchiamo di capire come.
Per molto tempo le castagne sono state definite come il “pane dei poveri”, questo a causa del loro elevato contenuto energetico (100 g di castagne apportano circa 193 Kcal), del loro contenuto di carboidrati e perché dalle castagne si può ricavare una farina che si presta a preparazioni sia dolci che salate.
Sappiamo bene che non sono dei cerali ma il loro valore nutritivo è molto simile, una porzione di castagne può sostituire un primo piatto e sono adatte a chi è celiaco perché non contengono glutine, possono essere anche un’alternativa ed un modo per variare la nostra dieta.
Il loro apporto energetico, combinato all’elevato contenuto di ferro, ci aiuta a superare momenti di stanchezza e stress e può aiutare anche in caso di anemia.
È importante ricordare la presenza di acido folico che le rende un alimento quasi fondamentale per le donne in gravidanza.
Non finiscono mica qui le proprietà benefiche di questi frutti che a me ispirano molta simpatia?
Sono anche alleate del nostro intestino grazie alle loro fibre e sappiamo bene quanto sia necessario prendersi cura del nostro microbiota (flora batterica) soprattutto nei cambi di stagione.
Sono ricche di fosforo, potassio, magnesio, zolfo e calcio che tradotto significa che sono utili al sistema scheletrico, a quello muscolare e per non farci mancare niente anche al sistema nervoso.
Vi ho convinti? Ecco allora alcuni modi di mangiarle.
Le classiche caldarroste mantengono tutte le loro proprietà nutritive che in parte si perdono (sali minerali e vitamine) quando si preparano bollite.
Chi come me non è così fortunato da avere il caminetto le può preparare al forno. Ma come vi dicevo prima le ricette si sprecano sia per piatti dolci che salati. Ve le consiglio con la zucca per fare una caldissima zuppa, accompagnano anche piatti di carne, in particolare lo spezzatino.
E nei dolci non scherzano per niente! Si può usare la farina per fare una torta di mele accompagnata da una salsina di cachi.
Che meraviglia i colori e i sapori caldi dell’autunno.
Fate attenzione a cuocerle bene perché se vengono consumate crude possono risultare indigeste e irritanti.
Ultimo consiglio: si possono congelare sia cotte che crude (sempre pulite) così le potrete avere per tutto l’inverno.
Ve l’ho detto che sono ricche di ferro giusto? Allora sono uno spuntino ideale dopo la donazione.